Delusione e stupore del gruppo le Lampare che da quattro mesi occupa l’ospedale.
Il Commissario regionale: «Apriamo la Casa della Salute, male che va incrementiamo», mentre La Regina ha confermato il potenziamento dei servizi esistenti
di Maria Scorpiniti (da “Il Quotidiano del Sud” 12.3.21)
CARIATI – «La Calabria è passata dalla padella alla brace, se Longo non è in condizioni di agire cosa aspetta a dimettersi?». Cresce la delusione e lo stupore dopo l’incontro con il commissario ad acta regionale Guido Longo, cui ha preso parte Mimmo Formaro in rappresentanza delle Lampare e dei comitati civici che da quattro mesi occupano l’ex ospedale “Vittorio Cosentino” di Cariati, chiedendone la riapertura. Presso la Cittadella regionale di Catanzaro, dove si è tenuto l’incontro, ieri con Formaro c’erano Caterina Falanga e Vittoria Morrone di “Fem. In – Cosentine in lotta”, il collettivo che nei giorni scorsi ha inscenato una vibrante protesta sul tetto della sede Asp di Serra Spiga per focalizzare l’attenzione sulla campagna vaccinale, ritenuta “fallimentare”, e sulla necessità di riaprire gli ospedali chiusi. Presente anche il commissario Asp di Cosenza, Vincenzo La Regina, il quale ha confermato gli impegni presi in occasione della sua visita effettuata a Cariati nei giorni scorsi, quelli cioè relativi al potenziamento dei servizi esistenti.
«Ieri alla Cittadella ci siamo ritrovati in un clima tutt’altro che sereno, dopo la bocciatura di mercoledì scorso a Roma del piano anti-Covid redatto da Longo», commenta Mimmo Formaro. Una tensione avvertita sin da subito – dice – con l’atteggiamento del Commissarioche, posto di fronte ai pessimi risultati della campagna vaccinale, non ha trovato di meglio che negare le evidenze e inalberarsi senza motivo. «Abbiamo ricordato al Commissario – continua l’attivista delle Lampare – che ad essere nervosi dovrebbero essere i cittadini calabresi, da dieci anni senza diritto alla salute e costretti a subire la pandemia senza le garanzie costituzionali contemplate nell’art. 32».
Circa i dati sul bacino di utenza di riferimento degli ospedali chiusi e sulla questione specifica del Vittorio Cosentino – prosegue – il Commissario ha dimostrato di essere “impreparato”. «Quando gli abbiamo esposto che il Punto di Primo Intervento di Cariati ha già i numeri di accesso per cui, secondo la legge, dovrebbe essere convertito in pronto soccorso – continua Formaro – e quando abbiamo fatto notare che il territorio è una zona disagiata, come lo stesso dottore La Regina ha confermato, Longo ha asserito che per decreto Cariati è destinata a diventare Casa della Salute e che “male che vada” incrementerà i servizi».
Una notizia che ha lasciato sconcertato l’intero Presidio Permanente di Cariati, i cui componenti ora stanno organizzando una mobilitazione a livello regionale. Questo il commento: «Il Commissario non è a conoscenza che, secondo disposizioni governative, non solo è in condizioni di agire sulla rete ospedaliera,superando la visione fallimentare di Scopelliti, ma anche che è proprio questo il suo compito!». Nel corso dell’incontro, inoltre, è stato fatto notare come sia indispensabile una valutazione sullo stato della struttura, che Longo ancora non conosce; di contro, lo stesso commissario ad acta ha rimpallato ogni responsabilità al governo, colpevole di non avergli ancora mandato i sub commissari.
«Il governo ha affidato il cambiamento della sanità in Calabria all’ennesimo commissario che non sa dove sia Cariati, Mirto, Pietrapaola, Calopezzati, Mandatoriccio, Scala Coeli, Campana, Bocchigliero, Longobucco, Torretta di Crucoli, Cirò Marina, Cirò Superiore, Torre Melissa, Strongoli – aggiungono dal Presidio permanente- e che finora ha solo copincollato le decisioni di Scopelliti di 10 anni fa, definite a posteriori fallimentari persino da chi le ha promosse ai tempi. Definite fallimentari dallo stesso Longo ieri mattina!».
Il Commissario ad acta è l’unico – ricordano infine – che ha il potere di cambiare la sanità in Calabria, di cancellare la dicitura “Casa della Salute” per la struttura di Cariati e attivare un Pronto soccorso e i posti letto, inserendo l’ex ospedale nella rete per acuti. L’amara conclusione: «È chiaro che Longo non è la persona adatta a ricoprire quel ruolo, come è chiaro che il Governo Draghi e il ministro Speranza debbano prendersi le proprie responsabilità e finirla con questo becero ping pong. La Calabria non può morire così». La mobilitazione continua.