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LE QUARTE CLASSI DELL’IPSSEOA INCONTRANO IL DOTT. DAVIDE COLACE PER PARLARE DI CAPORALATO

In questo periodo di emergenza sanitaria legata alla pandemia di Covid-19, forse abbiamo dimenticato altre importanti emergenze che purtroppo affliggono il nostro Paese. Ovviamente, la pandemia ha monopolizzato i problemi per la sua gravità e aggressività, ma vogliamo portare alla luce un’altra piaga sempre più nascosta che, con l’emergenza economica conseguente alle norme per prevenire il contagio da Covid-19, potrebbe solo aggravarsi e diffondersi più velocemente di ogni altro virus: lo sfruttamento dell’immigrazione e il capolarato

Recenti sono le notizie riguardanti gli arresti e le denunce di uomini e donne che reclutavano per i datori di lavoro braccianti agricoli per farli lavorare anche 10-12 ore al giorno, con una paga giornaliera di 27 euro (circa tre euro all’ora), mentre il resto rimaneva ai caporali, e in assenza delle più basilari norme in materia di sicurezza ed igiene. 

Lunedi 11 gennaio ne abbiamo parlato nell’ambito della disciplina dell’Educazione Civica, introdotta quest’anno nel nostro corso di studi e in particolare relativamente all’UDA (UNITA’ DIDATTICA DI APPRENDIMENTO) del 1° quadrimestre,riguardante la tematica del “LAVORO E LE PROBLEMATICHE CONNESSE”  con il dottor Davide Colace, divulgatore ARSAC (Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese) che gentilmente ha accettato il nostro invito. Ringraziamo pertanto, la nostra dirigente Aiello per aver promosso l’evento, la professoressa Daniela Mancini per averlo organizzato e i professori Antonio Mignanelli e Francesco Cretella per averci preparato preventivamente all’incontro. L’invito è partito dal fatto che il dottore Colace è un esperto della materia, coautore di un lavoro/monografia promosso appunto dall’ARSAC e dalla REGIONE CALABRIA e destinato agli operatori del settore agricolo e non solo, che intendono accostarsi ai temi del lavoro agricolo, spiegato, per così dire, non solo nei suoi aspetti tecnici ma anche in quelli di ordine più sociale che caratterizzano il settore primario e quelli da esso derivati.

A partire dalla divulgazione delle novità normative della Legge 29 ottobre 2016, N. 199 e del Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sui luoghi di Lavoro (il D. Lgs. 81/2008), il dott. Colace ha fatto un breve excursus storico sul fenomeno del caporalato. Ha citato la Legge n. 337 sulla Risicoltura del 1907, cioè il primo decisivo intervento per disciplinare questo fenomeno, e ci ha raccontato di come anche la cinematografia neorealistica italiana del dopo guerra prese a pretesto una storia vera  per raccontare questo dramma.  

<< Il concetto relativo all’approfittarsi dello stato di bisogno è il fulcro della legge 199/2016 sul caporalato>>, spiega. <<La riforma inasprisce le pene  e, modificando la natura dell’illecito, rende punibile sia il reclutatore di manodopera sia il datore di lavoro. Questo fenomeno,  quantunque non confinato al settore agricolo, non riguarda più solo le regioni del Sud, ma interessa, a vari livelli e a differenti latitudini, tutto il settore agro-alimentare italiano: agricoltura, trasformazione, ristorazione, logistica, grande distribuzione organizzata (GDO). Il tema interessa tutta la filiera e chiama in causa la grande distribuzione (GDO) per le storture prodotte dalle aste al doppio ribasso e la connessa strategia del sottocosto. L’analisi  del fenomeno Caporalato deve soffermarsi anche  sulle condizioni alloggiative, in particolare dei lavoratori stranieri, spesso costretti a vivere in veri e propri ghetti al sud(esempio ne è la baraccopoli di San Ferdinando a Rosarno),oppure all’addiaccio, come è successo anche quest’anno a Canelli, nell’Astigiano, durante il periodo della vendemmia. Questo sistema parallelo di economia illecita ha ricadute umane ed economiche sull’intera società. Le agromafie fatturano in Italia ogni anno 24, 8 miliardi di euro (rapporto Agromafie dell’Istituto Eurispes)>>. Dopo l’esauriente disamina del dottor Colace, le nostre compagne Elisa Primocerio, Donatella Sapia e Sara Principe hanno posto alcune significative domande alle quali l’esperto ha risposto senza lesinare ulteriori informazioni sull’argomento.

Gli studenti

Alexandra Florentina Costea, Liguori Cataldo (IVA ENOGASTRONOMIA)

La Prof.ssa

Daniela Mancini