10 malati Covid negativizzati nella Rsa e nessuno spiraglio per la riapertura. Le Lampare: “Basta prese per i fondelli, continuiamo l’occupazione”
di Maria Scorpiniti
CARIATI – È grande la delusione tra i cittadini di Cariati e dell’intero hinterland per il sopralluogo effettuato ieri, domenica,dal commissario straordinario dell’Asp di Cosenza Cinzia Bettelini nell’ex ospedale “Vittorio Cosentino”. Scopo della visita: verificare la fattibilità di una riapertura del presidio per fronteggiare l’emergenza in atto. Cariati avrebbe dovuto diventare un Covid Hospital, per alleggerire il carico dello spokeCorigliano-Rossano.
Da quanto si è appreso, dall’ispezione è emersa solo l’intenzionedell’Asp di collocare 10 malati Covid negativizzati, per lo più anziani, nella Rsa medicalizzata già esistente all’interno della struttura. I vertici Asp sembrano dunque orientati (anche se si attende l’ufficialità) a non utilizzare il resto della struttura, ancora in ottime condizioni, nemmeno per le degenze post Covid. Non solo. La Bettelini pare abbia fatto intendere che il “Vittorio Cosentino” continuerà ad esistere solo come Casa della Salute.
Lapidario il giudizio di cittadini, associazioni e comitati che da tempo lottano per la riapertura dell’ospedale. Da sempre, dicono no alla Casa della Salute, e ora anche ai malati post Covid nella Rsa di Cariati. Sono delusi, in modo particolare, gli attivisti dell’associazione “Le Lampare”, che da giovedì scorso, in segno di protesta, stanno occupando in maniera permanente un’ala al piano terra dell’ex ospedale. Anche loro fanno parte attiva della rete dei movimenti di protesta che si è creata in Calabria per reclamare il diritto alla salute e alla sanità pubblica.
«Ora basta con queste prese per i fondelli – afferma Mimmo Formaro delle Lampare, presente al sopralluogo – manca la volontà politica mentre si continua a fare il gioco delle tre carte,con un continuo rimpallo di responsabilità. Quando la Bettelini ci ha parlato di Casa della Salute – continua – le abbiamo ribadito che l’esigenza del territorio è ben diversa; in questo periodo per la Calabria ci sono fondi a pioggia, mentre a Cariati non si riesce ariaprire un ospedale e con l’emergenza Covid siamo peggio di prima. Da qui non muoveremo, andremo anche a contestare a Cosenza e in Regione fino a quando – conclude – non ci verrà garantito il diritto alla salute».
Una presa di posizione decisa, simile alle tante realtà del territorio calabrese che si sono viste chiudere le strutture sanitarie, anche se Cariati è stato l’unico ospedale ad essere oggetto di un’occupazione da parte dei cittadini. È ovvio, a questo punto, che solo l’arrivo del nuovo commissario ad acta potrà dare una riorganizzata alla rete ospedaliera calabrese.