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CARIATI – IL CAPT DI FATTO DEPOTENZIATO DAI PENSIONAMENTI NON RIMPIAZZATI

Si erogano servizi grazie al senso di responsabilità e alla professionalità degli operatori sanitari

di Maria Scorpiniti

CARIATI – Come è ormai prassi consolidata, nell’ex ospedale “Vittorio Cosentino”, oggi Capt (Centro di assistenza primaria territoriale), quando qualcuno del personale va in pensione, non viene rimpiazzato. La conseguenza è il depotenziamento di serviziper una vasta utenza. Fanno capo a Cariati, infatti, Terravecchia, Scala Coeli, Mandatoriccio, Pietrapaola, Bocchigliero e Campana. È successo per il personale infermieristico, medico, ausiliare, pergli impiegati degli uffici, compreso il responsabile amministrativo, e, ultimamente, anche per il direttore sanitario. Nessun ricambio.

Il Capt di Cariati appartiene al Distretto Sanitario “Jonio Sud”diretto dal dott. Antonello Graziano, che include 15 paesi per un totale di quasi 90 mila abitanti. Nonostante la carenza di personalee attrezzature, al suo interno si continua a erogare un’ottima sanità territoriale, garantita dal senso di responsabilità e dalla professionalità degli operatori sanitari che rigettano con forza l’idea della chiusura totale e accarezzano la speranza di vedere, finalmente, riaperto l’ospedale. Come del resto tutti i cittadini del Basso Jonio cosentino, dell’alto Crotonese e dell’entroterra collinare. 

Questi i servizi rimasti attivi nell’ex ospedale, oggetto della ricognizione, nella giornata di mercoledì scorso, del dott.Gianfranco Calderaro, delegato del commissario ad acta regionale Saverio Cotticelli. Al primo piano sono ubicati l’ambulatorio di Cardiologia, la riabilitazione cardiologica e la Rsa medicalizzatacon 20 posti letto. Come si sa, da qualche giorno, per la cronica carenza di personale nella Rsa, c’è difficoltà a coprire i turni; mancano infatti 1 medico, 1 fisioterapista, 1 psicologo e 4 Operatori Socio Sanitari (OSS) per poter garantire l’assistenza adeguata ai pazienti complessi e non autosufficienti, provenienti da tutto il territorio. Pazienti che richiedono trattamenti intensivi:tracheostomizzati, intubati, in stato vegetativo o coma prolungato; persone con insufficienze respiratorie, malattie neurodegenerative o dimesse dalle rianimazioni degli Spoke. La Rsa guidata dal dottor Gaetano Cucinotta (in assenza del dirigente medico responsabile, mai nominato), si è sempre distinta in tutta l’Asp per numeri, complessità dei ricoveri e per l’umanità con cui vengono trattati gli ammalati, molti dei quali, una volta dimessi, avrebbero bisogno di riabilitazione domiciliare che, anche questa, non c’è. 

Al secondo piano dell’ex ospedale, c’è l’ambulatorio di Chirurgia; al terzo il Consultorio Familiare e al piano terra la Dialisi con 12 posti rene, il Laboratorio analisi, ridotto a punto prelievo, la Radiologia (senza il medico radiologo), il Punto di Primo Intervento, gli ambulatori di ecografia ed endoscopia, il 118 e il Centro di Salute Mentale. Il Cup è stato di recente spostato nell’ala nuova per lasciare il posto a quattro medici dell’USCA, destinati all’assistenza domiciliare ai pazienti Covid ma nonancora arrivati.

All’interno del plesso nuovo, invece, al piano terra, troviamo il Poliambulatorio con gli specialisti, l’Urp, la Pua, la medicina integrativa e il ticket per patologia; al primo piano, il Serd, i Veterinari, gli uffici; al piano secondo il Sian, la medicina legale, il servizio igiene e vaccinazioni, l’ambulatorio stranieri. Al terzo, l’ambulatorio infermieristico, il medico competente, la direzione Capt e il supporto per la riabilitazione convenzionata.

Una nota a parte merita il Centro Territoriale Hanseniani, che ogni tre mesi monitorizza i pazienti del Distretto Jonio Sud e quelli di Crotone affetti da morbo di Hansen (meglio conosciuto come lebbra). Prima dell’attivazione di questo importante centro, gli Hanseniani dovevano recarsi ogni tre mesi nel centro più vicino che è Gioia del Colle, in Puglia. Infine, al Capt di Cariati viene riconosciuto uno dei migliori servizi regionali CDI (Cure Domiciliari Integrate) per le cure palliative, formato da un’équipe che interviene con grande umanità e professionalità presso il domicilio dei pazienti.