Cariatiweb.it

CARIATI – NON CI SONO I NUMERI, CONSIGLIO COMUNALE RINVIATO

Fibrillazioni in maggioranza: Cicciù ignora la diffusione di un comunicato.

Tra gli otto punti, la delibera su riapertura ospedale e lo stato del dissesto finanziario

dMaria Scorpiniti (“Il Quotidiano del Sud” 31 maggio 2020)

CARIATI – Il consiglio comunale viene rinviato per mancanza del numero legale; del comunicato diffuso nell’immediato dall’amministrazione comunale, il presidente vicario dell’assise Francesco Cicciù non ne sa nulla. È lui stesso a dichiararlo a margine del consiglio comunale di ieri mattina, andato deserto, confermando le voci di frizioni, all’interno della maggioranza consiliare, che circolano da tempo. «Si può fare un comunicato senza che un componente, che attualmente riveste la carica di Presidente vicario del Consiglio comunale, ne sia stato portato a conoscenza? – si chiede Cicciù, fino a qualche mese fa sindaco facente funzioni – Bisognerebbe fare un mea culpa per quanto riguarda le questioni relative alla maggioranza e capire che cosa si vuole fare da grande».

Ma è scontro aperto anche tra la maggioranza dell’Alternativa e la minoranza Cariati Unita. Andiamo con ordine. Ieri, in diretta streaming, nel centro sociale avrebbe dovuto tenersi l’assise con otto punti all’ordine del giorno, di cui due molto attesi: la rettificadel verbale n.2 del consiglio comunale aperto del 5 maggio scorso sulla riapertura dell’ospedale Vittorio Cosentino, che a parere dell’opposizione non rispecchia il voto unanime espresso, e lo stato del dissesto finanziario. Assenti, per la maggioranza, la sindaca Filomena Greco (attualmente sospesa con divieto di dimora) e i consiglieri Ciccopiedi e Nigro Imperiale. La minoranza, a sorpresa, decide di abbandonare l’aula ancor prima dell’inizio dei lavori; un atteggiamento stigmatizzato dall’assessore Arcuri che è prontamente intervenuto dichiarando che il punto sulla sanità era stato sollecitato dalla minoranza. Constatata la mancanza del numero legale, il presidente Cicciù ha dichiarato deserta la seduta, rinviando tutto al 3 giugno prossimo.

Le affermazioni di Arcuri sono state subito rimandate al mittente. «Il consiglio non l’abbiamo chiesto noi e non è colpa nostra se non hanno i numeri per tenerlo – ha precisato il capogruppo di Cariati Unita, Leonardo Trento – piuttosto, la maggioranza si assuma la responsabilità delle divisioni interne e del suo fallimento politico e amministrativo». Sulla delibera da rettificare, la consigliera Montesanto ha aggiunto: «Il deliberato è ormai superato, l’hanno inviato già alla presidente Santelli, al commissario Cotticelli e agli altri organi istituzionali; ladiscussione sul punto non ha più senso», e ha ricordato il proficuo incontro, nei giorni scorsi, tra l’associazione Uniti nella Speranza e il commissario ad acta Cotticelli per sollecitare la riapertura dell’ospedale.

A parere dell’Amministrazione, la minoranza ha invece perso un’altra occasione per confrontarsi sulla questione sanità. «Non si riesce a comprendere il comportamento dei gruppi di opposizione- scrive nel comunicato – che hanno richiesto per 25 giorni consecutivi la rettifica della delibera e, fissato il consiglio, abbandonano i lavori». Sarebbe questo, secondo la maggioranza,un tentativo per confondere i cittadini, facendo perdere una buona occasione per ritrovare unità intorno ad un tema che non deveconoscere divisioni. 

«Questa amministrazione comunale – controbatte infine la minoranza – in realtà non ha mai inteso modificare il deliberato farlocco e confusionario, già inviato agli interlocutori sovracomunali, che dice altro rispetto alla volontà del consiglio del 5 maggio», suggerendo infine ai consiglieri di maggioranza uno scatto di orgoglio per porre fine a un’amministrazione «che ha prodotto e continua produrre solo danni per Cariati».

Gli altri punti della seduta del prossimo 3 giugno sono: elezione del presidente del consiglio comunale, ratifica della variazione di bilancio, approvazione dei regolamenti per la videosorveglianza e la disciplina del commercio su aree pubbliche, iniziative sulla chiusura dell’ufficio postale del centro storico e sull’ampliamento della discarica di Scala Coeli.