Mentre l’Unione Europea stila un documento dal titolo “EU Biodiversity Strategy for 2030”, che punta tutto sul nuovo ruolo centrale della natura, della biodiversità e della tutela dell’ambiente in tutte le politiche, qualsiasi sia l’ambito di applicazione, in Calabria anziché avviare (finalmente) un processo di valorizzazione del rifiuto, si riaprono delle discariche chiuse per conferire il “tal quale”, cioè rifiuti indifferenziati in cui può stare di tutto.Nel 2020 impianti di questo tipo non dovrebbero più esistere: ci sono, infatti, sia tecniche di raccolta differenziata che tante nuove strutture per la selezione e segmentazione del rifiuto indifferenziato che permettono di recuperare tutto il materiale riciclabile e ridurre al minimo l’impronta ambientale degli scarti.
“Nemmeno una decina di giorni fa, come ordine calabrese abbiamo chiesto alla Regione un impegno chiaro e concreto sulla tutela ambientale e della biodiversità calabrese – esordisce così Francesco Cufari, Presidente della Federazione dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Calabria – e oggi ci ritroviamo a dover commentare l’ennesima emergenza rifiuti che sfocia nella riapertura di discariche chiuse per saturazione o motivi di sicurezza ambientale. Nell’interesse della tutela dell’ambiente e con esso della salute dei calabresi, crediamo che vi siano altre soluzioni più sostenibili, rispetto alla scelta effettuata.
Come ci ha insegnato l’emergenza COVID19 e come indica l’Europa in una delle linee guida della “EU Biodiversity Strategy for 2030” , c’è bisogno di un piano di recupero per gli ecosistemi locali danneggiati da anni di noncuranza e politiche miopi verso l’ambiente e la sua tutela. E noi che abbiamo la fortuna, in ampia parte, di avere una regione “sana” da questo punto di vista, essendo ricca di biodiversità, con un vasto patrimonio forestale da sfruttare sapientemente, non riusciamo ormai da anni ad elaborare una strategia di gestione dei rifiuti che sia sostenibile. Oggi ci sono le tecnologie e le tecniche di smistamento, anche post raccolta, per ridurre il “tal quale” e salvare tutto quanto può essere riciclato. Come regione, come cittadini dobbiamo darci l’obiettivo di ridurre la nostra impronta ambientale: con una maggiore sensibilizzazione sul tema sia a livello informativo che educativo, con maggiore coraggio politico e con scelte lungimiranti che vadano oltre il tamponare le emergenze, evitando di pensare alle conseguenze future di queste scelte.”