La possibilità offerta dall’ultima circolare del Ministero della Salute
L’intervista al dottor Cataldo Formaro, responsabile fino al 2018
di Maria Scorpiniti (da “Il Quotidiano del Sud” dell’8 aprile 2020)
CARIATI – Il Laboratorio analisi dell’ex ospedale di Cariati, dotato di personale e di attrezzature adatte, può essere riaperto immediatamente per eseguire “test rapidi” e la ricerca degli anticorpi del Covid-19. Questo in base alla recentissima circolare del Ministero della Salute del 3 aprile scorso, che a seguito dell’evolversi della Pandemia nelle regioni italiane,delle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e della Commissione europea (EUCOMM),fornisce nuove indicazioni sui test diagnostici da effettuare per alleviare il carico di lavoro dei laboratori designati dalle Regioni, suggerendo anche l’attivazione di laboratori aggiuntivi.
Una grande opportunità, dunque, offerta su un piatto d’argento dal Ministero al Laboratorio cariatese, attualmente ridotto alla sola apertura antimeridiana e non tutti i giorni, con un solo tecnico e un medico a scavalco con lo Spoke di Rossano. Sul fatto di spingere in questa direzione, cogliendo al balzo la possibilità di ripristinare la piena funzionalità dell’importante servizio che, terminata l’emergenza, deve continuare, abbiamo sentito il dottor Cataldo Formaro, il quale nel Laboratorio analisi di Cariati, dal 1985 al pensionamento, avvenuto nell’aprile 2018, ha svolto il ruolo di responsabile. Una lunga esperienza sul campo, quella del medico cariatese, abbinata a due specializzazioni in Medicina Tropicale e Subtropicale e inAnalisi Cliniche di Laboratorio, e a riconosciute capacità organizzative derivanti dalla formazione in Management in Sanità conseguita alla Bocconi. Abbiamo raccolto le motivazioni per cui il Laboratorio di Cariati potrebbe essere potenziato e riattivato, ma anche la sua immediata disponibilità, consentita dalla Regione Calabria, a voler interrompere il pensionamento per continuare a prestare servizio, con la sua competenza, nell’ex ospedale “Vittorio Cosentino”.
Nella nostra Regione per i tamponi (il test molecolare per l’identificazione del Rna virale) sono stati designati cinque poli sanitari che in questo periodo sono pressati dalla mole di lavoro. Come mai gli altri laboratori delle Asp non possono diagnosticare il Covid-19?
I Laboratori attualmente autorizzati sono quelli delle strutture sanitarie Hub identificate dal Ministero e dalla Regione Calabria per la loro capacità tecnico – scientifica di far fronte immediatamente all’esecuzione dei test secondo i protocolli dell’Istituto Superiore di Sanità.
Con questo nuovo scenario, che si sta evolvendo, si profila la necessità di implementare la rete dei Laboratori capaci di far fronte ad un aumento della richiesta. Benissimo le misure di quarantena della Regione adottate per molti Comuni, ma va intensificata l’attività diagnostica per intercettare gli asintomatici ed evitare escalation pericolose per un sistema sanitario come il nostro, devastato da anni di tagli indiscriminati al personale e alle strutture.
La circolare del Ministero della Salute del 3 aprile dà le indicazioni sui test diagnostici per il Coronavirus. Dà anche il via libera ai “test molecolari rapidi” che permettono di ottenere i risultati dei test in tempi brevi. Ma sono attendibili? E dove potranno essere effettuati?
I cosiddetti “ tamponi rapidi” sono da considerarsi test attendibili per come certificato dal ministero che indica anche le aziende autorizzate alla loro produzione e sono indicati in condizione di urgenza per risolvere in modo rapido il quesito diagnostico. Potranno essere effettuati nei laboratori attualmente deputati o in altri da individuare.
Il Ministero, per questi test rapidi, ha infatti introdotto la possibilità di allargare il numero di laboratori identificati dalle Regioni, anche con l’utilizzo di laboratori mobili. Al Capt di Cariati c’è il Laboratorio Analisi che da un po’ di tempo funziona purtroppo solo di mattina e neanche tutti i giorni. Ci potrebbe essere, per questo tipo di test ma non solo, la possibilità della riapertura del servizio a tempo pieno?
La circolare del 3 aprile indica la possibilità di abilitare altre strutture di Laboratorio per l’esecuzione dei test sotto la sorveglianza e la validazione del Laboratorio Hub di riferimento che rimane il polo insostituibile sul piano scientifico e tecnico. Se dotato di personale e di idonee attrezzature, anche il Laboratorio di Cariati potrebbe essere di supporto, in questa fase, per l’esecuzione dei test rapidi e di quelli per la ricerca degli anticorpi.
Naturalmente è auspicabile che questo succeda per costituire una risorsa diagnostica anche per il futuro del Presidio ospedaliero, desertificato in modo colpevole creando un vuoto assistenziale diventato ancora più acuto in questa emergenza. Non dimentichiamo che parliamo di una zona in cui, già prima della Pandemia, la risposta sanitaria era insufficiente con un ospedale Spoke in continuo affanno per mancanza di personale e mezzi.
I campioni da analizzare potrebbero accumularsi a dismisura. Quali avranno precedenza?
Per come si sta procedendo in altre Regioni, le priorità sono rappresentate dagli operatori delle strutture sanitarie e degli operatori e ospiti delle strutture per anziani. Va segnalata inoltre la grave carenza di DPI ( mascherine, tute , guanti) che mette a rischio la salute degli operatori non solo sanitari, come forze dell’ordine, polizia municipale, addetti a servizi pubblici, con grave rischio per la salute personale e di diventare inconsapevole veicolo per il virus.Successivamente potrebbero essere utilizzati per gruppi mirati di popolazione per una graduale ripresa, per esempio, di alcune attività produttive e ad indagini molto più vaste dei focolai di contagio.
Anche in Calabria ci sono aziende che sottopongono i dipendenti ai test sierologici. Quanto sono attendibili?
I test sierologici sono attualmente in fase di studio come lo è tutta la sierologia del COV-2. Sono uno strumento importantissimo nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione del virus ma, attualmente, non possono essere utilizzati come test diagnostico di infezione nè rappresentare un passaporto di immunità.Pertanto è auspicabile che le aziende o i privati destinino le risorse che vorranno mettere in campo alle strutture sanitarie per una corretta gestione delle stesse e dei risultati dei test.