Lo sfogo dell’ex sindaco: “Mi hanno distrutto la vita”
(“Il Quotidiano del Sud” 27 settembre 2019) di Maria Scorpiniti
MANDATORICCIO – «La mia vita è stata distrutta». Lo dice, all’indomani dell’assoluzione con formula piena, l’ex sindaco di Mandatoriccio Angelo Donnici a conclusione del primo grado del processo Stige. Il suo nome, infatti, figura tra gli assolti eccellenti del noto processo di ‘ndrangheta che si è concluso mercoledì scorso dinanzi il Tribunale Distrettuale di Catanzaro, in sede di rito abbreviato.
Di professione avvocato, Donnici è stimato e conosciuto in tutto il territorio per aver rivestito per due mandati consecutivi, dal 2009 al 2017, la carica di primo cittadino. In merito al reato ipotizzato di turbativa d’asta, si è sempre professato innocente e completamente estraneo ai fatti contestati. Una triste storia, che lo ha chiaramente segnato. E non ne fa un mistero. «Non ho mai avuto nulla a che fare con queste vicende – ha dichiarato nell’apprendere la buona notizia dell’assoluzione – la mia vita privata e professionale è specchiata e trasparente, come quella della mia famiglia, da generazioni. Mi è stata inferta una ferita che non smetterà mai di sanguinare – ha commentato con amarezza – è stata distrutta la mia vita». Nonostante tutto, l’ex sindaco afferma di non aver mai smesso di aver fiducia nella giustizia, sapendo che la verità, alla fine, avrebbe trionfato.
Soddisfazione per l’esito del processo esprimono anche i suoi legali, Roberto Laghi e Tommaso Caliciuri del Foro di Castrovillari: «Angelo Donnici, persona incensurata e di limpidamoralità, con sentenza emessa il 25 settembre scorso dal Giudice del Rito Abbreviato dal Tribunale di Catanzaro, è statoriconosciuto totalmente estraneo ai fatti contestati e ne è stata dichiarata la completa assoluzione per non avere commesso il fatto».
Nei suoi confronti, il 9 gennaio 2018, aggiungono i legali, è stataemessa la misura della custodia cautelare presso il Carcere di Cosenza, nel quale Istituto penitenziario è rimasto recluso per “interminabili” 20 giorni. Una misura grave, dicono inoltre i due difensori, emessa dalla Procura nonostante Donnici da alcuni mesi non fosse più sindaco del Comune di Mandatoriccio e l’imputazione contestata fosse relativa a «un presunto concorso nel (modesto) reato di una presunta turbativa d’asta per un fatto risalente addirittura al mese di settembre 2011».
Il provvedimento cautelare è stato poi annullato il 26 gennaio 2018 dal Tribunale del Riesame di Catanzaro; “unico caso”, sottolineano i legali, in cui veniva ripristinata la libertà personale “ingiustamente compressa” in un processo che vedeva indagate169 persone. Ma c’è di più. La Suprema Corte di Cassazione, VI sezione Penale, spiegano inoltre gli avvocati Laghi e Caliciuri, con sentenza n.1080, il 9 maggio 2018 «non ha inteso accogliere il ricorso avanzato dalla DDA di Catanzaro avverso il provvedimento del Tribunale della Libertà di Catanzaro, chiedendone il rigetto sul presupposto della completa esclusione del Donnici ai fatti contestatigli, dichiarando la inammissibilità del ricorso proposto dalla Procura di Catanzaro».
Nonostante tutti questi provvedimenti giurisdizionali, aggiungono i legali dell’ex sindaco di Mandatoriccio, la Procura di Catanzaro aveva chiesto lo stesso il rinvio a giudizio dell’avv. Donnici. Ma in sede di udienza preliminare, «dinanzi al nulla a suo carico e rispetto ad uno stato di atroce sofferenza fisica e psichica che gli ha rovinato la vita» Donnici aveva chiesto di essere ammesso al rito abbreviato e il Gup conformemente provvedeva. Ora la sentenza del 25 settembre scorso del Gup del Tribunale di Catanzaro – concludono i legali – che assolve l’ex sindaco del centro ionico «per non aver commesso il fatto».