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CARIATI, LABORATORIO ANALISI: IL PERSONALE SI RIDUCE

I rischi prospettati nei mesi scorsi rappresentano la dura realtàC

Un solo tecnico non può garantire prestazioni e reperibilità

di Maria Scorpiniti (da “Il Quotidiano del Sud” 23 marzo 2019)

CARIATI – La situazione del Laboratorio analisi nell’ex ospedale “Vittorio Cosentino” di Cariati, è diventata insostenibile. Lo affermano gli addetti ai lavori, ma lo avevamo preannunciato un anno fa, quando l’ultimo medico in servizio è andato in pensione. Allora, nel buio di servizi di un territorio“di frontiera”, che è il Basso Ionio cosentino, già deprivato dell’ospedale pubblico e dei servizi sanitari essenziali, lo spiraglio del laboratorio analisi era rimasto aperto con soli due tecnici e la grande difficoltà a garantire l’h 24 di indispensabili prestazioni. Ora, uno è prossimo alla pensione e l’’ultimo tecnico in servizio non riesce più a sostenere l’enorme carico di lavoro che eroicamente sta portando avanti da mesi.

Il laboratorio analisi, infatti, oltre a svolgere la sua normale attività (una media di 60 prelievi al giorno) affianca il Punto di Primo Intervento e i pochi reparti rimasti attivi (Rsa medicalizzata e dialisi). Il servizio è aperto solo di mattina, per il resto della giornata il tecnico, l’unico, è reperibile.E se si ammala o va in ferie? E se di notte arrivano al PPI pazienti che necessitano di analisiurgenti? In tal caso, si ricorre al personale sanitario reperibile e agli autisti che traportano i prelievia Rossano, con costi esorbitanti per l’Azienda Sanitaria. 

Stessa situazione per i due infermieri addetti a effettuare i prelievi: uno è allo stato in malattia,l’altro deve sobbarcarsi lavoro e reperibilità. Da quello che abbiamo appreso, nessun medico è presente in laboratorio; quello assegnato dall’Asp, viene a scavalco da Rossano. Si andrà alla chiusura? È un rischio che i cittadini di Cariati e del comprensorio non possono e non vogliono correre. L’eventuale chiusura dirotterebbe i pazienti presso gli ospedali Spoke di Rossano o Corigliano, già intasati, e darebbe il colpo di grazia a quel che rimane dell’ex ospedale di Cariati.

Infatti, la popolazione sa bene che il Laboratorio analisi sta seguendo la stessa sorte degli altri reparti chiusi: ostetricia e ginecologia, medicina, chirurgia, cardiologia e pediatria, attivissimi prima dello sciagurato Piano di rientro regionale del 2010. In un territorio in cui i Livelli Essenziali di Assistenza sono al di sotto della media nazionale, si comprende lo scoraggiamento e il rischio di totale privazione del diritto alla salute sancito dalla Costituzione.

È bene ricordare che un anno fa, in merito alla paventata chiusura del servizio, l’Asp di Cosenza aveva rassicurato i cittadini e il commissario prefettizio Antonio Reppucci, allora alla guida del Comune di Cariati, che l’attività del Laboratorio di Cariati non avrebbe subito alcun decremento, né chiusura, impegnandosi ufficialmente a garantire la presenza a Cariati di un dirigente medico. L’Asp dichiarava allora che “si stanno prendendo in considerazione forme di collaborazione mediante incentivazione, consentite dalla legge”. La Dirigenza dell’Azienda Sanitaria si era anche impegnata a realizzare “la messa in rete dei Laboratori di tutta l’Area ionica, che consente di ovviare alla mancanza del dirigente tramite validazione online delle analisi, effettuata dalla sede di Rossano”, e indicava la possibilità “di attingere a nuove risorse dall’assunzione di biologi dalla graduatoria del concorso in itinere”. Testualmente. Questo un anno fa. 

Da allora la situazione è evidentemente peggiorata. I cittadini, memori delle vicende dolorose del passato che hanno portato alla graduale cancellazione del “Cosentino” dalla rete ospedaliera, a questo punto sperano, ma non troppo, in una reale presa di coscienza della situazione da parte dei nuovi commissari Cotticelli e Schael, non solo per salvare il Laboratorio analisi, ma per vedere finalmente reinserito il Cosentino nella nuova rete ospedaliera regionale.