Confial: stabilizzazione dei 4.700 lavoratori entro dicembre
di Maria Scorpiniti
La storia infinita della stabilizzazione dei Lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità (ex Lsu-Lpu). In Calabria sono circa 4.700 e da ventitré anni vivono la condizione di precari in diversi Comuni calabresi e in alcuni Enti pubblici. Questi lavoratori, negli anni, hanno acquisito competenze professionali indispensabili a mandare avanti le istituzioni in cui operano. Una vertenza che “deve” chiudersi entro l’anno, con il tanto atteso passaggio a tempo indeterminato e in ruolo sovrannumerario. L’imperativo è di Benedetto Di Iacovo, segretario nazionale Confial (Confederazione italiana autonoma Lavoratori) il quale nei giorni scorsi ha sollecitato Gianluca Callipo, presidente regionale dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani), a sostenere l’importante processo di stabilizzazione, necessario a rimpinguare le dotazioni organiche degli enti.
Per discutere delle problematiche legate alla stabilizzazione di questi lavoratori, il presidente Callipo ha convocato l’assemblea dei sindaci che si terrà lunedì prossimo, 5 novembre. «L’imminente scadenza dei contratti degli ex Lsu e Lpu rischia di mettere in gravissima difficoltà Comuni e lavoratori – scrive Callipo nella lettera d’invito ai Primo cittadini calabresi – se non interverranno le deroghe normative che abbiamo chiesto con forza». Dall’incontro, cui sono stati invitati il governatore Oliverio e i parlamentari calabresi, si spera di uscire con un’assunzione di impegni precisi e tempistiche certe.
«Senza questi lavoratori, i Comuni dovrebbero consegnare le chiavi ai Prefetti – spiega in proposito Di Iacovo – poiché non sarebbero più in grado di assicurare i servizi essenziali ai cittadini». Il segretario nazionale Confial e quello provinciale, Pino Toretti, hanno già illustrato le loro proposte al presidente della giunta regionale Mario Oliverio e all’assessore regionale al lavoro Angela Robbe, alla presenza di tutte le sigle sindacali, autonome e confederali, ma hanno rappresentato anche le perplessità del percorso che dovrebbe portare al definitivo processo di stabilizzazione.
La Regione Calabria, per la sua parte di competenza, ha già riconfermato e storicizzato le risorse economiche, pari a 38 milioni di euro, mentre il Governo centrale ha messo a disposizione 21 milioni di euro, ben 29 in meno rispetto ai 50 milioni erogati dal 2015 al 2018. La Confederazione, a questo punto, ritiene necessario l’intervento di Anci Calabria e nazionale, delle forze politiche e della deputazione calabrese nel sostenere la storicizzazione dei 50 milioni di euro da parte del Governo e dei 38 della Regione. Bisogna, secondo il segretario Confial, sostenere la deroga ai vincoli assunzionali e il ripristino del turn-over; la deroga e il superamento della percentuale massima consentita, pari al 25% del rapporto tra lavoratori part-time e full-time; il riconoscimento dei sovrannumerari nelle dotazioni organiche con l’assunzione a tempo indeterminato.
«Parteciperemo all’assemblea Anci e ai sit-in presso le Prefetture indetti dalla triplice – conclude Di Iacovo – ma siamo convinti della necessità di una lotta più incisiva, indirizzata verso le forze parlamentari e il governo centrale, gli unici che possono mettere la parola fine a questa lunga vicenda». Ricordiamo che il governo regionale e quello nazionale entro il 31 dicembre prossimo, data di scadenza dei contratti, dovranno assumere impegni precisi, anche in deroga alle attuali normative.