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CARIATI – EX OSPEDALE, DA LUNEDÌ STOP ALLE PRESTAZIONI AMBULATORIALI DI RADIOLOGIA

Una nuova tegola sulla sanità cittadina

Elaborata una proposta tecnica per inserire il presidio nella Rete ospedaliera 

di Maria Scorpiniti (“Il Quotidiano del Sud” 21.9.19)

CARIATI – È ancora semaforo rosso sui (pochi) servizi del Capt di Cariati, situato nell’ex ospedale civile “Vittorio Cosentino”. È di queste ore la notizia che l’unico medico radiologo con contratto fino a dicembre, il dottor Salvatore Iaquinta, ha rassegnato le dimissioni. Pertanto, a partire da lunedì prossimo, è stata disposta la sospensione di tutte le attività ambulatoriali; sono garantite, con il ricorso al teleconsulto, solo le urgenze che arriveranno dal Punto di Primo Intervento della struttura, anch’esso sottostimato di organico. 

Da quanto accertato, la situazione generale è giunta al capolinea. Questo, infatti, il triste quadro. Il Laboratorio analisi è sull’orlo della chiusura: un solo medico a metà con Rossano e due tecnici, di cui uno prossimo alla pensione. La Rsa medicalizzata, con soli due medici per 20 pazienti, al momento ne ha uno solo in servizio (negli ospedali Spoke di Corigliano-Rossano vi sono reparti con 12 medici per 28 pazienti!). Abbiamo tuttavia appreso che, all’interno dell’Asp, ci sarebbero due medici disponibili a venire a lavorare Cariati, ma pare ci siano difficoltà ad ottenere il necessario nulla osta. Infine, c’è la tragica condizione dell’ambulatorio di Cardiologia, fermo da mesi per la rottura dell’ecografo e per carenza di infermieri, nonostante le rassicurazioni di alcuni esponenti politici che, prima dell’estate, avevano annunciato l’immediato incremento di personale e l’espletamento di una gara d’appalto per l’acquisto del nuovo strumento diagnostico.

Le sollecitazioni da parte dei responsabili del presidio, di rappresentanti politici e della società civile ad intervenire con provvedimenti urgenti per dare continuità ai pochi servizi rimasti, sonofinora rimaste inascoltate.

Il diritto alla salute della vasta utenza che va da Crosia all’area crotonese e che comprende i paesi dell’entroterra collinare, non importa a nessuno; qui non esistono i Livelli Essenziali di Assistenza el’emigrazione sanitaria cresce a dismisura. Inutile dire come questo quadro problematico crei scoraggiamento nella popolazione, sempre più convinta del fatto che Cariati, in campo sanitario (ma anche in tanti altri) sia considerata dai vertici regionali e provinciali, “periferia della periferia”,non solo dal punto di vista geografico.

Da fonti ospedaliere, abbiamo appreso che è stata elaborata una “Proposta organizzativa del Capt di Cariati” per chiedere l’inserimento della struttura cariatese nella Rete ospedaliera regionale (ai sensi del decreto del Ministro della Salute del 2 aprile 2015 e dei D.C.A. n°64 del 2016 e n°117 del 2017). Ricordiamo che la Regione Calabria, successivamente alla chiusura del “Cosentino”avvenuta nel 2010 con il Piano di Rientro, nell’ambito della riorganizzazione della Rete territoriale ha approvato la conversione dell’ex ospedale in Casa della Salute, finanziandola con oltre 9 milioni di euro, i cui lavori, però, non sono mai iniziati. Una Casa della Salute che, secondo gli estensori della proposta, non serve ai cittadini del Basso Ionio cosentino e dell’Alto crotonese. “Per quanto concerne la realizzazione delle Case della Salute nel territorio regionale – si legge nella Proposta – si deve constatare il pieno fallimento degli obiettivi prefissati; nel corso degli anni si è assistito ad uno smantellamento di strutture ospedaliere ritenute improduttive, a fronte del quale è mancata la riconversione di natura assistenziale, con conseguente lesione dei Lea ed incremento del fenomeno della migrazione sanitaria extraregionale”. Le prestazioni assistenziali, secondo il documento, devono essere erogate con criteri di uniformità e senza penalizzazioni per i cittadini; perciòl’ospedale di Cariati, nel contesto del D.M. n°70 del 2 aprile 2015, può essere inserito a pieno titolocome “Ospedale di Zona Disagiata” (alla stregua di Acri, San Giovanni in Fiore e Trebisacce), atto a soddisfare quelle esigenze assistenziali non ricomprese negli Ospedali di Base. 

Parte dunque da queste considerazioni la Proposta di reinserimento della struttura di Cariati nella rete ospedaliera regionale. Ecco cosa prevede: un reparto di Medicina Generale con 20 posti letto; una Chirurgia elettiva per interventi Day Surgery o Week Surgery e una chirurgia ambulatoriale complessa; un Pronto Soccorso per l’emergenza/urgenza; una unità operativa semplice di Direzione Sanitaria; un ambulatorio di Oncologia collegato con l’oncologia dello Spoke di riferimento; la presenza costante di un Elisoccorso; tutti i servizi di supporto ospedaliero (Laboratorio analisi, Radiologia, Anestesia, Farmacia); l’Emodialisi con 8 posti rene; le prestazioni ambulatoriali (APA); la riabilitazione cardiologica; il potenziamento dell’attività specialistica e il mantenimento della Rsamedicalizzata; il Suem 118.