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CARIATI – PLATONE, LA CASSAZIONE ANNULLA IL SEQUESTRO DEL PALAZZO DELLA FAMIGLIA GRECO

Nell’immobile sarebbe dovuta sorgere la clinica privata, a cui aveva già rinunciato, del noto gruppo imprenditoriale, con 70 posti letto trasferiti dalle altre cliniche di Cosenza

Di Maria Scorpiniti

CARIATI – Inchiesta “Platone”. La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza della Procura di Castrovillari che aveva disposto, il 25 marzo scorso, il sequestro preventivo dell’immobile della famiglia Greco, situato sulla SS106, all’interno del quale sarebbe dovuta sorgere una clinica privata in cui trasferire 70 posti letto dalle cliniche di Cosenza di proprietà del noto gruppo imprenditoriale iGreco. 

La notizia è stata diffusa, con una nota, dai legali della società, avvocati Vincenzo Belvedere e Giuseppe Labonia, che hanno visto accogliere il ricorso presentato alla Suprema Corte. L’annullamento dell’ordinanza della Procura di Castrovillari, sottolineano i legali, è importante sia sotto l’aspetto giudiziario, poiché restituisce ai proprietari l’immobile «malamente sequestrato senza un presupposto legittimante lo stesso sequestro», sia perché sancisce «un macroscopico errore di cui se ne è doluta anche la Procura Generale presso la Suprema Corte». Belvedere e Labonia, in proposito, considerano: «Non appena ci si sposta dai luoghi di indagini troppo pressanti nei confronti di persone per bene ed onesti amministratori pubblici, la massima espressione requirente e giudicante d’Italia stigmatizza comportamenti e provvedimenti errati in punto di fatto e di diritto».

Ricordiamo che il sequestro preventivo era stato emesso nell’ambito dell’operazione Platone della Procura di Castrovillari che ha coinvolto, nel marzo scorso, la sindaca di Cariati, Filomena Greco, il fratello Saverio, imprenditore, e il responsabile dell’Ufficio Tecnico, Giuseppe Fanigliulo, indagati per il presunto reato di corruzione aggravata per il fatto che l’immobile è stato oggetto di permesso di costruire in sanatoria ex L. 47/85, rilasciato in spregio alla vigente normativa edilizia ed urbanistica. La Procura aveva anche contestato la mancanza del parere rilasciato dell’Autorità di Bacino, necessario per gli immobili ricadenti in zone sottoposte a vincolo idrogeologico.

«L’erronea interpretazione della normativa vigente prospettata dalla Procura – spiegano a riguardo i legali dei Greco – si fondava sulla scorta di erronee valutazioni di un consulente che non solo ignora una norma cogente, l’art. 5 comma 10 delle norme di attuazione del Pai, quanto si invola in considerazioni degne di miglio causa su un documento “tranchant”, rilasciato dalla medesima Autorità di Bacino, in data 15.4.2019, ove è espressamente attestato che tale ultima non è tenuta ad esprimersi sul parere quando la sanatoria degli immobili è stata richiesta, come nel caso specifico, anteriormente all’entrata in vigore del Pai. Su grossolani errori – concludono Belvedere e Labonia – si sono ottenute misure cautelari personali e reali, che il Supremo collegio ha prontamente corretto».

Ricordiamo anche che nei giorni seguenti gli arresti, eseguiti nell’ambito dell’operazione Platone,(tra questi la sindaca, allo stato sospesa dal Prefetto, la cui misura è stata poi ridotta dal Riesame in divieto di dimora) la società iGreco Ospedali Riuniti Srl ha ufficialmente rinunciato al nulla osta e alla successiva autorizzazione concessi dalla Regione Calabria nel 2017 a trasferire a Cariati da Cosenza, nell’immobile di famiglia, i 70 posti letto. Nel documento inviato alla Regione e al Comune di Cariati, l’amministratore unico del gruppo imprenditoriale scriveva di essere “costretto” a rinunciare al progetto proprio a seguito dell’ordinanza di misura cautelare del Gip presso il Tribunale di Castrovillari. E ne chiariva i motivi: «Ben consapevole della liceità, correttezza, massima trasparenza di tutti gli atti che consentivano detto trasferimento di posti letto nella città di Cariati, la circostanza delle misure cautelari adottate fa sì che la società non possa ulteriormente proseguire in questa impresa» e precisava che «tale spostamento avrebbe apportato alla medesima società solo ulteriori costi, senza averne benefici». A Cariati, aggiungeva l’amministratore dei Greco, la società «avrebbe sopportato nuovi costi di adeguamento di una struttura, senza incremento di budget».

Il progetto della clinica privata era stato presentato nel teatro comunale da Saverio Greco il 5 gennaio 2018 e avrebbe dovuto concretizzarsi entro un anno; era stato anche il cavallo di battaglia di due campagne elettorali per le amministrative al Comune di Cariati, nel 2016 e nel 2018, chehanno portato l’imprenditrice Filomena Greco a conquistare la poltrona di primo cittadino. 

I cariatesi, alla luce di tutti questi eventi, sono molto sfiduciati. Non solo hanno visto sfumaredefinitivamente l’opportunità di riportare la sanità a Cariati, anche se privata, dopo l’ingiusta chiusura dell’ospedale pubblico “Vittorio Cosentino”, avvenuta nel 2010 in base allo scellerato Piano di rientro regionale targato Scopelliti, ma da tre anni, con due inchieste giudiziarie della Procura in corso, assistono a sospensioni e rientri di un sindaco che, seppur eletto democraticamente, non riesce a garantire la sua presenza al Comune di Cariati e la stabilità amministrativa. E in un ente con un dissesto finanziario dichiarato, a parere molti cittadini, non si può più perdere tempo e derogare la svolta auspicata, capace di risollevare il centro ionico dal degrado sociale, economico e morale in cui, ormai da troppi anni, è caduto.