Docenti e psicologi a lezione con i relatori A.I.Mu.Se Calabria
di Maria Scorpiniti
CARIATI – Saper cogliere i primi segnali del mutismo selettivonei bambini in età scolare per poter intervenire precocemente e contribuire a superare un disturbo da cui, secondo gli studi scientifici, si può guarire. Quando, però, il problema si presenta in una classe, deve essere affrontato in maniera adeguata da coloro che, a vario titolo, si relazionano quotidianamente con questibambini, come insegnanti e genitori, che vanno informati ed educati a saper agire con grande competenza e consapevolezza. Questo è solo uno degli aspetti emersi nel contesto dei lavori del Seminario informativo – formativo “Momentaneamente silenziosi”, organizzato nei giorni scorsi dall’Istituto Comprensivo di Cariati diretto dalla professoressa Tiziana Cerbino, in collaborazione con l’Associazione italiana Mutismo selettivo (A.I.Mu.Se.). Numerosa la presenza, oltre che dei docenti della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, anche di genitori, psicologi ed educatori.
Ha aperto i lavori Maria Viteritti, collaboratrice del dirigentescolastico; sono seguiti gli interessanti contributi di Paola Ancarani, mediatrice familiare e referente A.I.Mu.Se. per la Calabria, e di Sonia Falcone, musicoterapista e specialista della Rete A.I.Mu.Se. Con i loro qualificati interventi, sono riuscite acatturare l’attenzione del pubblico per tre ore, avvalendosi anche di esempi concreti derivanti dalla loro una lunga esperienza maturata sul campo. La scuola deve lavorare in sinergia con genitori e specialisti, hanno detto le due esperte dell’Associazione che nella sua mission si propone di fornire un sostegno alle famiglie che vivono questo disagio; nella seconda parte del seminario, le dottoresse Ancarani e Falcone hanno offerto ai docenti preziosi suggerimenti non solo per riconoscere il mutismo selettivo, ma soprattutto su come agire all’interno di un contesto classe, affinché il disturbo non diventi discriminante per il soggetto che sarà, gradualmente, avviato ad una piena integrazione che passa dapprima nel piccolo gruppo e poi in quello più grande. Al termine, le relatrici hanno risposto ai quesiti e ai dubbi che i docenti hanno prospettato, facendo riferimento anche alla loro esperienza personale.